Non c’è tanto da girarci intorno, è vagamente patetico continuare a cercare assurde scappatoie,
è ridicolo perseverare nell’inventarsi pretesti di sorta,
è un’inutile perdita di tempo intestardirsi a negarlo:
il punto è che non puoi fare diversamente, devi semplicemente accettare il fatto di non arrivare mai veramente.
Ogni volta che pensi di aver raggiunto una meta una volta per tutte o ti illudi di poter tirare i remi in barca almeno per un po’, ti accorgi così repentinamente e shockantemente – come una violenta e inaspettata sferzata di pioggia gelida in un monotono pomeriggio d’agosto - che in realtà sei di nuovo ai blocchi di partenza.
E non c’è verso di poterlo evitare a meno che non decidi di lasciar perdere tutto e di limitarti a sopravvivere morendo lentamente ogni giorno come fa la maggior parte della gente.
Ma sai che non puoi - e in fondo non vuoi - diventare un automa, uno zombie, l’ombra di un parziale te stesso o il burattino di qualcun altro;
e allora non ti resta che sollevare la testa,
volgere orgogliosamente lo sguardo ancora più in alto e lontano all’orizzonte, rimetterti il pesante zaino sulle spalle, raccogliere nelle tasche una manciata di vecchi sogni stropicciati e di speranze nuove
e riprendere il cammino da dove l’avevi lasciato.
E, in definitiva, non è che non raggiungi mai un punto in assoluto, solo che non si tratta dell’arrivo, bensì di un’altra ennesima tappa.
Così, indugiando su di un auto-ironico e doloroso sorriso clownesco, ti ritrovi ad ammettere che hai semplicemente e clamorosamente sbagliato i tuoi calcoli:
la strada è un tantino più lunga e difficile di quanto credevi…!
1 commento:
Secondo me bisogna sempre ripartire, ma mai da zero in quanto ci sono aspetti positivi in ogni esperienza.
Basta ricordarsi di metterli nello zaino...
THE RAVEN
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