Solstizio

Ecco che chiama
ancora e ancora
sono giorni che la sento
sussurrare
urlare
dentro
sono inquieta, irritabile, incattivita come una belva rinchiusa
la sento
ma non la vedo
sono distratta da tutto ciò che mi infastidisce
sono tirara per le braccia dalla asfissiante quotidianità
smarrita e attonita tra mondi alieni
parole non dette e gesti brutalmente innaturali che mi sconvolgono
la frustrazione di essere costretta a parlare una lingua che non mi appartiene
e che non è adatta ad esprimere l'urgenza delll'inespresso
le terrifiche urla soffocate senza principio e senza fine
centinaia di vetri ed una moltitudine di fragili oggetti
furiosamente scagliati
si frantumano in mille schegge
che al rallenty si conficcano delicatamente in fondo al cuore
sapide lacrime ricacciate in una gola di fuoco e fiamme
e lei che imperterrita continua a chiamare
che ripete proprio il mio nome
con dolcezza ed implacabile costanza
lo so, mi sono allontanata troppo
ma ci sono, ancora
più forte
sto tornando indietro
sulla Via maestra
a casa,
casa mia
l'unica, la sola
eccomi arrivo
torno ad onorarti e celebrarti come meriti
come merito
anche se, in fondo, non ho mai veramente smesso di farlo
coi miei respiri più lontani e profondi, con la mia carne ed il mio sangue consacrati,
con la Luce e l'Ombra sacre che appartengono agli eletti
che coraggiosamente non smettono di percorrere il Cammino, nonostante l'inevitabile difficoltà dei trivi.