meiandmyself

meiandmyself
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" LA MENTE E' COME UN PARACADUTE:

FUNZIONA SOLO SE SI APRE "


A. EINSTEIN

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martedì 27 gennaio 2009

Alla MIA Tribù



" SEMPRE SI ACCENDE UNA STELLA

OGNI GIORNO NUOVO

E' UNA PROMESSA

UNA CONQUISTA

UN PEZZETTO DI SE' "


(from mom)


lunedì 26 gennaio 2009

RICORDATI DI RESPIRARE




I miei sogni sono così assurdamente visionari
che Dalì in confronto pare un rinascimentale
e Baudelaire sembra un madonnaro
(C. R.)




Soffoco. Sconquassata dal parossismo della tosse. Cough, cough, cough. Non respiro. Brucio. Rigido corpo ibernato. Divorata dalle alte fiamme gelide.
Orgasmo selvaggio ed estatico insieme. Ali e zanne. Sigillo ieratico. Angelo e demone.




Fuoco e Ghiaccio.





L’indolente padre-maestro della mia anima gemella si trascina da una stanza all’altra; eppure sembra saltellare come un ragazzino dietro i guizzi delle mani e dello sguardo.
Un film – Woody Allen o Almodòvar? – che scorre su onde di tecnologia avanzata che non conosco.
La sua assistente mi offre un bicchiere d’acqua fresca nella cucina della ex-casa della mia famiglia d’origine.
Le mie sorelle si auto-invitano alla festa di non-compleanno del Bianconiglio.
La busta-assegno da parte di Amlet nella mia tasca mi pare cosa naturale e certa. Quasi ovvia. Ho detto
quasi.




La stanca rassegnazione, la finta indifferenza, la malcelata presunzione, la futile sufficienza e l’insufficiente curiosità del padre-maestro mi scatenano il sottile gioco di seduzione della donna-bambina.
Così un piccolo, fievole, fragilissimo barlume di una qualche vaga speranza (o si tratta di aspettative-boomerang?) si accende; anche se troppo spesso è barlume inutile nonché doloroso se dipende da altri. Lo so. Non lo sapessi già…





Noto che il figlio ha le medesime curiose espressioni di stizza e lo stesso odore del padre. Perché la cosa mi stupisce tanto?
Ma, in fondo, so che non sono la benvenuta – perché la cosa non mi sorprende affatto? – e così apro la porta per andarmene, mentre una parte della mia mente si ritrova comunque ad inventare (rapida e creativa in maniera inusuale anche per lui) un nuovo gioco di ruoli perverso. Pericolo. Sono pericolosa.




Piccole perle luccicanti di sudore mi scorrono pesanti dietro la nuca e lungo il petto, all’altezza del cuore, schiacciandolo e opprimendolo.
Tremo e mi cedono le gambe. Oddio. Sto per svenire (se solo sapessi svenire).

Rapidamente quanto improvvisamente, il vicino di casa al di là della porta mi si avvicina per aggredirmi. Così. Tanto per…?
Fulmineamente accovacciata in posizione di difesa-attacco, ruggisco un cupo ringhio e gli assesto una feroce zampata disperata. Mancato.
Merda.
Hufff. Le mie mani si contraggono spasmodicamente sul ventre. Il bastardo mi ha colpito con un calcio di gratuito e violento sadismo. Vigliacco.
Poi vedo correre alle sue spalle la prevedibile mogliettina patetica. Che stupida. Davvero troppo prevedibile.
La mia furia, il mio naturale istinto e la mia insaziabile sete di Giustizia la spediscono, fin troppo velocemente, in una bara di legno chiaro - stile Ikea.
Giustizia fatta. O vendetta? talvolta il confine è davvero così labile…beh. ‘fanculo. Peggio per lei. Ah, saper cogliere la differenza che fa la differenza! Peggio per loro dunque.

Porta richiusa a doppia mandata dal padre-master che ora mi incolla gli occhi addosso, strabuzzanti ammirazione e incredulità affascinata. Nessuno gli ha mai detto che è maleducazione fissare insistentemente una persona?
Idiota presupponenza, la sua. E comunque è troppo tardi. Sempre troppo tardi.





Continuo a tremare, confusa e stordita. Leggo nel suo sguardo attrazione e repulsione che se la giocano da un occhio all’altro come ad una partita di tennis. Tic-tac. Tic-toc.
Continua a fissarmi come fossi un raro animale esotico. Una divertente scimmietta da circo. Un curioso alieno. Un’interessante selvaggia di una dimenticata tribù canadese da studiare.
Ora sono nauseata fino allo stremo dalla sua ignorante cecità e dal puzzo della sua paura. Paura di sapere. Paura della verità.
Ma mi sta vedendo davvero? Dubbio instillato. Mi vede ve-ra-me-nte per quella che sono?
Naah. Dubbio svanito.
Sospiro.
Dai miei occhi asciutti – spalancati come finestre in primavera – mi immagino scendere agognate lacrime calde e purificatrici.
Occhi che riflettono immense praterie – verdi boschi – sole fuso – triste conoscenza – lontana consapevolezza. Potere.
Deserto allo zenith, invece.

Blah! Conato di vomito (se almeno potessi vomitare).





Cala il sipario.
Fine primo atto.
Soltanto io posso sentire gli scroscianti applausi di un pubblico inesistente in una platea desolantemente vuota.
Fa lo stesso.
Trionfante e regale mi inchino e ringrazio. Chi, soltanto io – e loro – lo sappiamo. Fiera e grata.
Magia.


Niente bis, grazie.
Sorrido di traverso. Il ghigno che preferisco.
Uscita.


martedì 13 gennaio 2009

EQUILIBRIO

"Allora un lupo aveva deciso di insegnare agli umani alcune cose, per aiutarli a sopravvivere.
Qualcuno dice che, quando il lupo e l'umano si sono coricati insieme, le loro anime si sono intrecciate. E aggiunge che, quando si sono separati, ciascuno di loro ha mantenuto un pezzo dell'anima dell'altro."




"Ogni creatura ha i propri segreti, che poi sono capacità donate loro dagli Anziani, ed è proibito divulgarli. Gli Anziani sapevano bene che, se una creatura avesse appreso troppe cose, allora sarebbe diventata troppo potente, mettendo in pericolo l'Equilibrio."

"Il rapporto tra lupi e umani è segnato da un paradosso e, se non lo si capisce, non si può comprendere quello che stiamo facendo...
Il paradosso è che gli umani e i lupi devono stare insieme, ma non possono stare insieme.
Gli umani hanno bisogno di noi perchè li teniamo vicini alla Natura, così che non distruggano ogni cosa. Ma essi ci temono troppo per tenerci vicini, e così combattiamo contro di loro. Ecco il paradosso."







"Eppure, la Verità è che i lupi e gli umani sono destinati a stare insieme.
Ed è assai più importante di quanto possiate immaginare.
Se gli umani non avranno contatto coi lupi, coi custodi della selvatichezza, dimenticheranno di far parte del mondo che ci circonda. E' già accaduto in passato. E, se avverrà, gli umani inizieranno a uccidere e a distruggere, perchè non comprenderanno che, danneggiando il mondo, danneggeranno loro stessi.
Il modo, l'unico modo, per impedire agli umani di uccidere innumerevoli altre creature, di devastare il mondo, è rimanere sempre in contatto coi lupi, perchè soltanto i lupi possono far capire agli umani che noi non siamo diversi nè separati.
E' un legame antico, che risale all'epoca in cui gli umani e i lupi vivevano in queste terre."





"Dimmi cosa devo fare, spiegami come si caccia insieme con gli umani.
Apriti a loro. Trovane uno con cui riesci a comunicare (sapevo che ogni specie aveva un suo linguaggio, ma le lingue erano spesso così simili che bastava aprire la mente per conversare con quasi ogni creatura) e caccia con lui, come faresti con un compagno di branco.
Non pensare a loro come ad Altri.
Gli umani non sono così diversi dai lupi, anzi."






"Guardai la pianura. Vidi TaLi (bambina) prendersi cura delle ferite di Pell (giovane lupo). Bre-Lan (ragazzo) e Azzuen (giovane lupo) stavano accanto a loro. Vidi Mik-Lan (giovane uomo) accovacciato a fianco di Marra (giovane lupa): le strofinava il mantello per assicurarsi che non fosse ferita. Con un certo coraggio, Yllin (lupa adulta) si era accostata al giovane umano che l'aveva aiutata a scacciare Ranor (alce capobranco) e gli aveva premuto la testa contro la pancia, facendolo quasi cadere per terra. Travegg (vecchio lupo), molto più titubante, stava avanzando verso una vecchia umana, che, dopo aver frugato in un sacco che portava in vita, gli stava porgendo un pò di carne-di-fuoco. Due cuccioli di umani si erano messi a fare la lotta con un lupo di un anno del Branco del Filare degli Alberi, mentre Sonnen (lupo capobranco) li osservava e rideva.
Sembravano un branco come tutti gli altri, che si rilassava insieme dopo uno scontro o una caccia. E un branco rimaneva unito anche nelle circostanze più difficili.
Con una scrollata m'incamminai verso la pianura, dove i lupi e gli umani del mio branco mi aspettavano."



( Dorothy Hearst - La promessa dei Lupi )

Alla coraggiosa Guerriera con spada di fuoco saldamente impugnata e delicata ghirlanda di grazia sul capo


" COL CUORE PIENO DI FURIOSE FANTASIE,

DI CUI HO IL COMANDO,

M'AVVENTURO NELLA VITA "



(E.A.P.)
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domenica 4 gennaio 2009

Fine della non-vita-non-mia





La VeraVita
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(Prologo)




" Cammina, sei nato per il Cammino.
Cammina, hai un appuntamento.
Un Altro cammina verso di te
e ti cerca perchè tu possa trovarlo.
Lui è la tua pace,
lui è la tua gioia.... "



(un dono di Sony)